Uno dei momenti più emozionanti del nostro viaggio é stato per me attraversare lo stretto di Magellano. La mattina siamo partiti presto da Rio Gallegos, un’anonima e tristissima cittadina nel mezzo della Patagonia sulla costa atlantica.
L’autobus é partito con quasi un’ora di ritardo a causa del controllo passaporti, durante il viaggio, di quasi 13 ore, era previsto l’attraversamento di 4 dogane diverse (Argentina-Cile, Cile –Argentina).
In viaggio con noi, c’erano un gruppo di paraguaiani che viaggiava non so da quanti giorni per andare a lavorare al porto di Ushuaia, qualche argentino di Rio Gallegos e una coppia di svizzeri, turisti come noi.
Dopo quasi due ore di viaggio, attraversando paesaggi infiniti senza un’anima viva, arriviamo davanti allo stretto, a punta Delgada.
Il mare, come spesso succede in questo tratto era molto mosso.
Dall’altra parte si vedeva perfettamente il Cile e l’isola della terra del fuoco. Sono solo due km di distanza. E’ un paesaggio molto suggestivo il vento e la pioggia uniscono in un grigio dalle tonalità chiare o scure le lunghissime onde grige con il cielo e le nuvole. Ogni tanto si intravede qualche tonnina giocare con le onde.
Mentre ero a bordo del ferry mi sono vista come un puntino minuscolo sull’atlante de agostini di casa mia a Genova. Quell’atlante sta sempre in salotto e ognitanto nella noia lo sfogliavo, vagando con la mente per posti lontani e sconosciuti. E la mia fantasia arrivava sempre fino allo stretto di Magellano , dove si incontrano l’oceano atlantico e il pacifico.
Ho respirato a fondo quell’aria salata e gelida, e mi sono lasciata sballottare dalle onde. Dentro di me ho vissuto una grande avventura.Ho rivissuto tutto quello che ho imparato sui libri di scuola, mi sono sentita esploratrice, missionaria, commerciante di stoffe preziose, immigrante...
Dopo poco stavamo già attraccando, avventura finita. Appena torno a Genova non vedo l’ora di riaprire l’atlante de Agostini e ovviamente dire "ci sono stata"!!!!!
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